lunedì 9 luglio 2012

Genitori e Internet: proteggiamo i figli!

Il che non vuol dire controllare, spiare, rovistare fra le cose "virtuali" dei figli ma quasi... 
E non voglio creare l'ennesimo motivo di discussione fra genitori e figli!!Già troppi ce ne sono senza aggiungerne alcuno.
Mi preme molto far luce su un problema così diffuso e, nello stesso tempo, così poco notato ma, anzi, molto sottovalutato: l'uso che i giovani e soprattutto fanno i giovanissimi di internet.
Mi riferisco a ragazzi e ragazze con un'età che va dai 10-11 anni ai 20. Dopo i 20 probabilmente davvero diventano poco "controllabili"; sino a quell'età sono ragazzi che, per la maggior parte, vivono ancora in casa con i propri genitori e le REGOLE, in teoria, dovrebbero essere quelle dei genitori, salvo in case-hotel...
Quale uso dunque viene fatto di questa risorsa così potente come è internet? Un mondo dove tutto si può e tutto si ottiene, a qualunque prezzo.

giovedì 14 giugno 2012

I problemi dei gay


Perchè da più fronti è stato notato, dimostrato, sottolineato che i gay, le lesbiche, i transessuali e tutta la categoria GLBT è affetta, intrisa, nata con, serie problematiche di svariata natura: fisica, mentale, religiosa e probabilmente anche chissà che altro.
Ovvero se una persona è omosessuale ha problemi; quantomeno questo è ciò che ha asserito e ha voluto condividere con il mondo sportivo, con i propri fan, giovanissimi e meno giovani, il signor Cassano, un giocatore a quanto ne so io, vista la mia poca conoscenza di questo sporte.
Un personaggio "in vista", adorato da molti, idolatrato da altri; un personaggio che potrebbe, per il suo essere così noto a tutti, essere un modello per molta gente.
In fondo è questo il motivo per cui nelle varie pubblicità sociali, per la ricerca, per le raccolte fondi o per altre iniziative vengono selezionate queste persone: persone del mondo dello spettacolo, del cinema e soprattutto dello sport, conosciuti a tutti e che facilmente possono "spronare" gli animi delle persone con il loro esempio.
Il signor Cassano dunque con la sua uscita sui "froci" e i loro problemi che esempio mai potrà dare?

domenica 27 maggio 2012

Che stress lo stress!



Un termine sicuramente diffusissimo oggigiorno, soprattutto per il tipo di vita che portiamo avanti tutti: piena di impegni, correndo dietro al tempo e con la fretta di "non riuscire a..."
Lo stress, in realtà, non è un qualcosa di negativo in sè: "fisiologicamente" è la risposta di un organismo ad un fattore esterno (reale o immaginario, chiamato stressor) che produce un azione tesa a ridurlo; azione fisica, cognitiva e/o emotiva.
Facciamo un esempio con qualcosa di molto comune: l'influenza!
Quando il virus dell'influeza (stressor) entra nell'organismo produce una risposta da parte del nostro sistema immunitario tesa a ridurre il danno: si attivano le difese immunitarie e l'organismo inizia a mobilitarsi per far fronte al virus. Questa è la prima fase di risposta allo stress.
Questa fase prosegue in quella di "mantenimento": le difese dell'organismo lottano, letteralmente contro il virus per tornare alla situazione di benessere precedente, anche producendo sintomi (la febbre, la stanchezza, ecc.).
Quando l'influenza si risolve e il virus è annientato siamo nella fase conclusiva di risposta allo stress (fase di esaurimento) che ci consente di tornare ad uno stato di salute ottimale.
Cosa accade se questo non avviene? Accade che l'organismo si indebolisce e lo stressor, il virus, produce effetti che non sono più tenuti sotto controllo: l'influenza si complica e diventa qualcosa di più grave.
Queste fasi di risposta agli stressor le viviamo praticamente tutti i giorni; non come risposta ad una malattia ma con la mobilitazione delle nostre risorse cognitive, emotive e comportamentali.

sabato 12 maggio 2012

I traumi della vita


Trauma: un termine che fa parte del linguaggio comune e che usiamo noi tutti in vari contesti e riferendoci a situazioni differenti, da quelle effettivamente "traumatiche" a quelle in cui il significato del termine trauma è più ironico.
Nella clinica vengono distinti due differenti tipi di trauma: i grandi Traumi, con la T maiuscola e i traumi con la t minuscola.
La differenza non è nell'importanza di uno rispetto all'altro o nella gravità, poichè, ovviamente, anche un trauma con la t minuscola può essere sconvolgente per una persona; la differenza è riferita al pericolo di vita: nei Traumi con la T maiuscola una persona ha temuto per la propria vita, ha temuto di perderla (catastrofi naturali, gravi incidenti in cui la persona ha avuto paura di morire, ecc.).
Spesso e oserei direi "inevitabilmente" la vita di tutti noi è costellata di "piccoli traumi": dal primo giorno di scuola nell'infanzia, ai primi innamoramenti non ricambiati dell'età adolescenziale sino a quelli che affrontiamo ogni giorno e di cui, nel migliore dei modi possibili, cerchiamo di contenerne gli effetti, uscendone spessissimo, per fortuna, incolumi.
Per quanto sembri esagerato, le tre esperienze di vita appena citate furono traumatiche: hanno, cioè, sottoposto il nostro corpo e la nostra mente ad uno stress, che per fortuna abbiamo superato quasi tutti!
Alle volte invece capita che una situazione stressante provochi degli effetti ben più duraturi e di intensità maggiore di quanto ci si aspetterebbe: lo stress supera e vince la soglia di tollerabilità della persona divenendo un evento traumatico con conseguenze fisiche e soprattutto psichiche.

Pensiamo ad esempio ad una persona che soffre di attacchi di panico: andando a ripescare il primo attacco di panico, probabilmente si noterà che le circostanze in cui si è verificato non sono tali da giustificare quelle paure irrazionali tipiche dell'attacco di panico (di morire, di perdere il controllo, di impazzire, ecc).

Cosa accade allora quando, subdolamente, un disagio psichico fa il suo ingresso nella vita di una persona?

mercoledì 25 aprile 2012

Paura di credere in se stessi


Navigando per internet ho trovato questa magnifica composizione, il cui autore pensavo fosse almeno uno psicologo ma poi ho scoperto essere un disc jokey dedito anche alla scrittura!!
Appena l'ho letta ho pensato a quanto fosse impregnata di "teorie cognitivo comportamentali": pensieri distorti su di sè, bassa autostima e conseguente paura del rifiuto, pensieri automatici del tipo "lettura della mente" ("l'altro non mi vorrà").
Impariamo dunque a provare, a metterci alla prova; se nella nostra vita abbiamo sofferto perchè rifiutati, perchè ci siamo poco amati e non crediamo a noi stessi e alle nostre possibilità, se portiamo dentro di noi grandi ferite dovute ad abbandoni o umiliazioni, proviamo a pensare che in fondo, proprio perchè conosciamo l'esperienza di questa sofferenza possiamo osare!

giovedì 12 aprile 2012

Gioco. D'azzardo. Patologico.



Meno di un mese fa leggevo in rete notizie relative a una "sconcertante" scoperta del monto scientifico e la conseguente preoccupazione dei colleghi psicologi e dei vari statisti che si son messi a fare ricerche ulteriori per approfondire l'argomento: sembrerebbe che il gioco d'azzardo "patologico" sia un disagio psicologico e sembrerebbe che si stia diffondendo moltissimo fra la popolazione italiana (tralascio quella mondiale).
Probabilmente solo io ho trovato "sconcertante" questa notizia, che ho visto riproporre nei giorni seguenti con tanto di interviste annesse a primari vari e a gran dottoroni (visti persino ai TG in televisione), che esprimevano la loro preoccupazione in merito al dilagare di questo fenomeno (il gioco d'azzardo) e su tutte le possibilità terapeutiche esistenti (ma dove?).
In realtà, ciò che ho definito sconcerto è forse sdegno, irritazione o sarcasmo professionale visto che SOLO ora sembrano fare attenzione ad un PROBLEMA diffusissimo e presente nel contesto italiano da anni e che da tempo è entrato a pieno titolo fra i disagi psicologici: parliamo, infatti, di Gioco d'Azzardo Patologico.

sabato 11 febbraio 2012

Amore: si può non averne più da dare?

Domanda-titolo di questo post mi è venuta dalla visione del film "Ti odio, ti lascio, ti...": film sicuramente molto leggero, utile per passare queste tediose serate obbligati a casa a causa del tempo.
Il film, molto sinteticamente, parla di una coppia assolutamente poco funzionale che dopo l'ennesimo litigio decide di separarsi, trascorrendo i primi periodi ancora sotto lo stesso tetto.
Durante questo tempo i due assumono comportamenti atti a destare anzi ri-destare l'interesse dell'altro nei propri confronti, confidando nelle "percezioni" dell'altro o nelle altrui capacità di lettura della mente.
Devo dire che può essere molto istruttivo per molte coppie la visione di questo film, perchè nella sua semplicità fa luce su un aspetto così importante e fondamentale per la riuscita della coppia: la comunicazione. Comunicazione che fra i due protagonisti è decisamente scarsa, aggressiva e ambigua: non detti, aspettative, parlare di qualcosa per cercare di far capire altro, etc.

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