La paura, la vergogna e la demotivazione a vivere
ed agire che caratterizzano la depressione
ci impediscono di riconoscere e sfruttare
le infinite possibilità che riempono il mondo.
(M.F.)
(M.F.)
Qualche giorno fa è apparso un articolo sul consumo di farmaci psicotropi da parte degli italiani.
Il rapporto annuale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) riferisce che in Italia il consumo di farmaci antidepressivi è notevolmente aumentato negli ultimi anni, soprattutto fra donne e anziani e che la causa sarebbe principalmente imputabile, sempre secondo l'AIFA, alla crisi che il nostro Paese sta attraversando.
A smentire questa relazione causa-effetto così netta è però l'Eurispes; ed io appoggio pienamente quanto rivela quest'ultimo rapporto.
Al di la della cause "presunte" dall'AIFA o dall'Eurispes, che sono solo ipotesi fuori da ogni possibile riscontro nella realtà, perchè, onestamente e personalmente, non credo proprio che questi signori statisti/giornalisti conoscano quale sia lo stato umorale delle persone che vivono in Italia, non lo trovo affatto ragionevole e quindi possibile che il tasso di aumento di un prodotto farmaceutico come l'antidepressivo sia indicativo anche di un correlato aumento di disturbi dell'umore quali, appunto, la depressione.
Anzi io dico che sarebbe auspicabile che fosse così: perchè vorrebbe dire che le persone negli ultimi anni hanno iniziato a prestare attenzione al loro stato di salute mentale e si rivolgono ai professionisti del settore che li aiutano in maniera adeguata.
Dalla mia esperienza con i pazienti ma non solo, anche con amici o conoscenti che, per un motivo o per un altro, si sono trovati ad attraversare momenti di forte stress, accompagnato talora anche da sintomi ansiosi o di umore depresso, ho notato che questi, rivolgendosi al proprio medico "di fiducia" (leggasi medico di base) per parlargli della propria sintomatologia (perchè magari, giustamente, han pensato ad un problema fisico), si sono ritrovati dopo qualche minuto con in mano una bella ricetta per cipralex, paroxetina, zoloft oppure alprazolam, xanax ed è inutile che continui con la lista di antidepressivi o ansiolitici.
Insomma un classico "È un pò di stress; stai un pò esaurito: prendi un pò di questo e vedrai che ti passa!"
Ammetto che però sarebbe una gran cosa se il medico "di fiducia" fosse almeno aggiornato sui più recenti farmaci antidepressivi o ansiolitici piuttosto che dare un farmaco preistorico contro i cui effetti collaterali gli psichiatri "illuminati" ancora combattono per rimediare ad "orrori" commessi in passato e che sono stati e tuttora sono la rovina di molte persone (ansia da rimbalzo, ossessioni, disregolazione umorale, problemi metabolici, insonnia, ecc.); gran cosa sarebbe anche non vedere i signori medici di base mentre cercano disperati sulla loro incasinatissima scrivania quel farmaco, quella locandina, quel bigliettino che qualche giorno prima un qualche informatore scientifico ha lasciato, presentandogli un nuovo prodotto psicotropo che subito verrà prescritto al mal capitato (che, per chi non lo sapesse, equivale spesso ad un introito di qualche natura anche per il medico).
Quindi questa aspra critica per dire che saranno sicuramente aumentate le vendite degli antidepressivi ma purtroppo ciò non corrisponde alla "CURA" adeguata di tali disagi.
E ne è dimostrazione il fatto che non solo donne ma giovani e giovanissimi vengono travolti da disagi come la depressione, che troppo spesso, ultimamente, li portano a gesti estremi quali il suicidio e tutto perchè qualcuno ha pensato che fosse un "periodo no", piuttosto che un po' d'ansia o "problemi tipici dell'età".
Ignorando, non riconoscendo e trascurando un male quale è la depressione che in troppi credono incurabile e che in moltissimi, dai familiari ai medici, non riescono a vedere e a coglierne gli indizi affinchè possa essere curata, ebbene si, dai primi segnali.
E ancora una volta io mi ritrovo a dire ciò che molte persone credono invece impossibile: dalla depressione si guarisce, la depressione passa, farmacologicamente e con l'aiuto di una terapia adeguata (come la cognitivo comportamentale, scientificamente dimostrata efficace) che, se fatta bene, consentirà anche di tornare a vivere senza farmaci (cosa che molti temono).
La depressione ci spegne giorno dopo giorno; è più facile pensare che prima o poi questo o quel farmaco farà finalmente il suo dovere e si ricomincerà a sorridere, ad uscire, a gioire della vita.
E nell'attesa che ciò avvenga ci si ritira sempre più dalla vita, ci si rinchiude sempre più nel proprio mondo di malinconia, di solitudine, di perdita, di rabbia, di dolore e tutto lentamente si spegne.
La crisi che hanno voluto mettere in mezzo per giustificare l'aumento della depressione anzi delle depressioni obbliga a pensare anche alla spesa che occorre per sostenere un percorso di guarigione; ovvio che visto nel breve termine, di questi tempi, tutti saremmo portati a pensare che è meglio non "sprecare" soldi.
La questione è il lungo termine: cosa, se non riusciamo a risollevarci dal baratro della depressione, ci porterà in termini di perdite?Se non si avrà più la forza e la voglia di uscire a lavorare, di tirare avanti perchè la depressione porta a questo, sarà stata vana cosa il risparmio odierno, non trovate?
Quindi meglio pensare ad un investimento futuro per la propria salute, una sorta di assicurazione per la vita, che però sarà pagata per poco tempo ma che durerà per moltissimo, se non per sempre.
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