mercoledì 25 luglio 2012

Malattie croniche: diagnosi traumatiche

La scoperta di una malattia cronica e che mette a repentaglio la vita di una persona rientra fra i così detti grandi traumi, quelli con la T maiuscola.
Anche se oggigiorno le aspettative di vita e, soprattutto, la qualità di vita delle persone affette da malattie croniche sono notevolmente aumentate, vivere ogni giorno con la consapevolezza di essere malati è, spesso, fonte di disagi anche gravi, che si aggiungono e/o complicano i quadri clinici già presenti.
Nella mia esperienza lavorativa mi sono confrontato con malattie croniche come il Parkinson, la Sclerosi Multipla, l'HIV, il Diabete, la SLA,  per parlare di quelle con un decorso generalmente cronico.
Parlare di malattia cronica e del trauma psicologico che accompagna la comunicazione della diagnosi (per quanto non consapevole per molte persone) significa parlare di accettazione della propria "nuova" condizione di vita e della ri - elaborazione adattiva del ricordo (traumatico) della diagnosi.
Molti malati vivono serenamente e senza alcun disagio la loro malattia.
Infatti, ricevere una diagnosi di malattia cronica non implica automaticamente sviluppare un disturbo psicologico come una depressione o l'ansia.
Spesso però questo accade; soprattutto, molto spesso, i sintomi di un disagio psichico vengono sottovalutati.
È importante non sottovalutare l'impatto psicologico che questo evento reca, sempre, alle persone: teniamo presente che parliamo di malattie che segneranno per sempre la vita di queste persone e che saranno una "spada di Damocle" giorno dopo giorno.

Per quanto, per fortuna, molte persone vivono in salute e senza complicazioni mediche, le ansie e l'umore di queste persone risentiranno comunque, anche senza una piena consapevolezza, della condizione di salute.
"Ammalarsi" di una malattia cronica significa dover cambiare l'immagine di se stessi: da persona che si immagina sana (e chi poi sta li a pensare che è sano?lo diamo per scontato!!) a persona cui viene diagnosticato un male che lo accompagnerà per la vita; è  questo il momento che resterà per sempre scolpito nella testa di queste persone e che potrà influenzare, più o meno consapevolmente, la loro vita.
Non posso in questa sede parlare in maniera specifica di una singola malattia e devo, per forza di cose, fare un discorso un pò generalizzato.
Nella mia esperienza vedo persone con malattie croniche che affermano di stare bene sia dal punto di vista fisico (facilmente verificabile e poco falsificabile) che da quello psicologico; per queste persone "stare bene" significa continuare più o meno a fare la loro vita di sempre.
Quando poi, dopo qualche mese, rivedo queste persone che mi dicono che c'è stato un qualche peggioramento oppure hanno avuto un calo temporaneo e, stranamente, accadeva qualcosa di stressante nelle loro vite in quel momento, allora mi chiedo quanto davvero si sentano "sicuri" da poter vivere "serenamente" la loro vita e quanto quella Spada di Damocle sia davvero troppo presente nelle loro teste, più di quanto loro possano o vogliano immaginare.
Ripeto che molte persone stanno benissimo sia dal punto di vista medico che psicologico.
Ritengo molto utile per le persone cui viene diagnosticata una malattia cronica (ma vale per ogni genere di diagnosi) cercare un aiuto, anche solamente limitato alla diagnosi, anche se non presentano un disagio psicologico evidente.
L'elaborazione della diagnosi e la conseguente accettazione sono la chiave di volta per una vita più equilibrata   e con una qualità nettamente migliore.

Nessun commento:

Posta un commento

ShareThis