martedì 30 novembre 2010

Amore ti ho tradito...ma non te lo dico!

Qualche giorno fa leggevo uno dei giornali romani che distribuiscono nella metropolitana e, finito di leggere le notizie che mi interessavano, mi sono "rilassato" leggendo i messaggi dei lettori..
Di norma, la trovo un'attività rilassante e anche divertente ma questa volta mi ha anche dato spunto di riflessione.
C'era un'intensa discussione su una dichiarazione fatta il giorno prima da una lettrice, che affermava di aver incontrato una "vecchia fiamma" e che si era lasciata sedurre da quest'uomo, tradendo, quindi, il marito, con cui sta assieme da circa quindici anni.
Nel suo messaggio al giornale ammetteva il senso di colpa per ciò che ha fatto e la sua attuale confusione nel non sapere cosa fare con il proprio compagno.
I commenti dei lettori erano tutti abbastanza taglienti e accusatori: non avresti dovuto farlo, che razza di moglie sei, meglio che lo lasci, pensa ai tuoi figli e al benessere del matrimonio, ecc. ecc.
In nessun messaggio ho potuto leggere qualcosa di forse ovvio tipo: cosa ti ha spinto a farlo?ti ha resa felice fare ciò?
Molti potrebbero dire che se adesso la signora ha i sensi di colpa, probabilmente non è molto felice.

Non sono sicuro di questo: nel periodo in cui ha lasciato che un altro uomo soddisfacesse i suoi bisogni di attenzione e amore, probabilmente era felice.
Non voglio tessere un elogio del tradimento, lungi da me!
Ma solo chiedermi cosa porta un membro della coppia a tradire..
Ovviamente non vi è nessuna differenza fra uomo e donna: siamo entrambi potenziali traditori. Forse, nella nostra cultura tradizionalista, la donna viene vista come quella meno capace di un gesto simile perchè più sensibile, più responsabile nei confronti della famiglia e dei figli, se presenti mentre l'uomo è il menefreghista, egoista, don giovanni, cacciatore sempre pronto a seguire i suoi istinti.
Decidere di stare insieme, come coppia e condividere valori quali fedeltà, rispetto e felicità reciproca è un impegno che va rinnovato costantemente.
E non è un lavoro facile!
Il tradimento difficilmente è frutto dell'occasione.
Non credo nemmeno al detto "l'occasione fa l'uomo ladro": uno ladro ci diventa se ha bisogno di qualcosa che gli manca.
E cosa manca al membro della coppia che tradisce? Cosa non riesce a trovare nel partner e quindi va a cercare all'esterno?
Sicuramente c'è il fattore novità.Vengono poi il fattore segretezza, che rende la cosa più emozionante, eccitazione e passione, che probabilmente in un rapporto che va avanti da tempo potrebbero essere calati.
Tutti hanno desideri e fantasie che a volte non riescono a condividere col partner per i più svariati motivi, che spesso sono pensieri negativi che non corrispondono a realtà: sentimenti di vergogna, pensieri di rifiuto, pensieri che l'altro/a mi giudicherà male, ecc.
A questo punto, quando non si riesce a comunicare i propri bisogni, ciò che ci può rendere pienamente felici e soddisfatti, si preferisce cercare una soddisfazione momentanea all'esterno della coppia, un breve momento per far si che la nostra autostima arrivi al massimo.
Tradire non vuol dire per forza non amare: vuol dire, molto spesso, sentirsi dinuovo importanti per qualcuno, anche se solo per poco e per una sola volta.
La soddisfazione sessuale diviene sinonimo di consolazione affettiva e di autostima: se non riesco ad ottenere attenzione, amore e soddisfazione (sessuale) da te che sei il mio partner allora per un attimo avrò questo e molto di più, perchè è una novità, ha l'energia e la carica della segretezza e del proibito, da un incontro occasionale.
È un pò come le droghe: l'illusione di onnipotenza e di massima soddisfazione ogni volta che si assume per tornare, poco dopo, nella routine di sempre fino alla prossima "crisi di astinenza".
Perchè allora non si riesce a comunicare all'interno della coppia?
Per tutte le paure che accompagnano il mettersi in gioco: paura del giudizio, paura del rifiuto, vergogna, paura di passare per delle cattive persone.
Ma se decidiamo di stare insieme ad una persona per sempre, non è forse paradossale questo non riuscire a comunicare?
Perchè dunque i sensi di colpa?
Faccio un'affermazione un pò pesante ma il senso di colpa è di chi se lo merita perchè, ripeto, l'occasione NON fa l'uomo ladro.
I membri della coppia devono avere il coraggio di parlare onestamente fra di loro, dichiararsi i propri bisogni, le proprie paure, le proprie insoddisfazioni. Non dico che uno debba sapere tutto dell'altra persona: è giusto anche che vi sia sempre un proprio spazio di intimità, tutto personale e dal quale è escluso tutto il mondo.
Ma la felicità della coppia dipende solo da quanto è efficace la comunicazione all'interno di essa altrimenti si rischia di cadere nella monotonia, nella rabbia del non detto, nel rancore, nelle attese mai soddisfatte.
Ed ecco allora che l'occasione del tradimento si concretizza, perchè emozioni negative quali rabbia, rancore, tristezza e insoddisfazione vengono spazzate via dalle attenzioni di altri occhi, di un altro corpo che risolleva l'autostima e il senso di efficacia personale.
E rientrando a casa...ecco il senso di colpa ad attenderci sul divano.
Una coppia che non comunica efficacemente è una coppia destinata a soffrire nella monotonia: riuscire a ri-scoprirsi e a ri-amarsi è il primo passo per godere appieno della presenza dell'altro affianco.
Spesso rivolgersi ad uno psicologo può essere utile alle coppie in difficoltà, sempre che vi sia ancora l'impegno e la voglia di rimanere insieme.
Farsi aiutare non vuol dire che la coppia è al limite ma piuttosto ammettere, finalmente, di voler essere autentici nel rapporto e donare a se stessi e all'altro quella felicità che una coppia merita.

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