A ROMA NEL MESE DI OTTOBRE 2014
LE ISCRIZIONI SONO APERTE PER IL MESE DI SETTEMBRE
“E sto abbracciato a te senza chiederti nulla, per timore che non sia vero che tu vivi e mi ami. E sto abbracciato a te senza guardare e senza toccarti. Non debba mai scoprire con domande, con carezze, quella solitudine immensa d’amarti solo io.”
Pedro Salinas
La persona affettivamente dipendente molto spesso non ha conosciuto l’amore familiare nell’infanzia e da adulto lo ricerca nelle relazioni con gli altri. Il suo benessere esistenziale dipende unicamente dalla presenza dell’Altro, che sia un Altro da salvare o da cui essere salvati.
Lo scopo della relazione è, quindi, che l’altra persona colmi il proprio vuoto interiore, la voragine creata nell’infanzia.
L’autonomia affettiva, invece, rende responsabili della propria felicità, ed è questo che spaventa: essere artefici del proprio benessere, della propria vita.
La persona AFFETTIVAMENTE DIPENDENTE può mostrare il proprio vuote interiore in due forme opposte ma al contempo reciproche: “Io sono responsabile della felicità dell’altro e lo salverò, gli sarò accanto , lo sorreggerò” oppure “L’altro è responsabile della mia felicità, non sono nulla senza di lui, non sono capace di fare nulla e la sua presenza per me è fonte di sicurezza”.