venerdì 8 febbraio 2013

Adolescenti da aiutare


Qualche giorno fa ho letto un'intervista ad un "noto" psichiatra di Roma sul disagio giovanile, sulle sue cause e sulle modalità per prevenirlo.
Non faccio mistero del fatto che penso che gli psichiatri dovrebbero fare il loro mestiere di medico con specializzazione in psichiatria, curando, quindi, farmacologicamente, quei casi di disagio che ne richiedono l'intervento.
Ahimè, sono sempre troppo pochi quegli psichiatri che hanno l'onestà intellettuale e professionale di ammettere una loro lacuna nell'ambito della clinica (se non quella più grave, da reparto); molti altri si interessano e curano, talora impropriamente, i disagi delle persone che si rivolgono a loro, spesso perchè volti noti o perchè sono i "signorotti" dei servizi di salute mentale territoriali... 
Ma non è questo l'argomento di discussione..

L'intervista mi ha trovato concorde su molti aspetti mentre per altri versi in totale disaccordo: detto brevemente, veniva data un'opinione sull'attuale disagio giovanile (senza grosse distinzioni di età, dai più piccoli agli adolescenti, e ciò non è corretto), le sue possibili cause, le sue eventuali modalità di cura, consigli erogati come omelie da un pulpito per "gestire" un'omologata generazione di adolescenti...
Si parte dalla classica, anche un pò troppo, definizione di adolescenza come periodo di passaggio, che le culture tribali assecondano con appositi rituali per sancirlo (il suo inizio e la sua fine) ma che, al giorno d'oggi, ciò non viene più fatto, impedendo, quindi, una "corretta" differenziazione fra le generazioni.
Si passa poi all'ambiente e alla cultura che generano ansie e stress che i giovani di oggi non riescono a gestire, vuoi per fattori individuali, vuoi perchè la famiglia è poco supportiva o poco attenta.
Si passa infine ai classici campanelli di allarme che dovrebbero far "svegliare" il genitore e farlo preoccupare (chissà dove era stato prima??) del figliolo che inizia ad avere comportamenti problematici di qualunque tipo: evitamento, depressivo, abuso di sostanze, aggressività ecc....
Dall'articolo, almeno io personalmente, si evince una precisa linea di pensiero da medico psichiatra, che tratta casi gravi di disturbi psichici, la cui cura prevede mezzi che sono già troppo in ritardo sulla famiglia e sul supporto psicologico psicoterapeutico.
Quello che penso è che sicuramente l'adolescenza è e rimarrà un periodo delicato, a causa di tutto ciò che comporta: cambiamenti fisici innanzitutto, acquisizione di abilità mentali nuove (cambia completamente la capacità di ragionamento a partire dagli 11-12 anni), nascità di bisogni che richiedono una soddisfazione differente e indipendentemente dal contesto famiglia (a partire da quelli sociali fino a quelli sessuali, soprattutto).
La domanda che io mi pongo è la seguente: come mai potranno gli adolescenti di oggi riuscire ad affrontare  questo loro momento di cambiamento, in maniera adeguata e SANA, se molti di loro sono i figli di una generazione che essa stessa non sa riconoscersi e darsi delle regole???
Gli adolescenti di oggi hanno genitori che hanno un'età che va già dai 35-40 anni in su; i suddetti genitori sono giovani uomini e donne che si sono lasciati stregare, molti ma ovviamente non tutti, da ciò che l'età adulta ha regalato loro: internet, la nuova esplosione di tecnologia richiesta dal mondo del lavoro e che li ha visti impegnati nel dover acquisire nuove competenze, crisi su crisi sociali ed economiche che li hanno costretti a vivere costantemente sotto stress e, soprattutto, a dover sempre competere (e parlo degli italiani non degli americani, che sono un capitolo a parte!).
Uomini e donne che non sanno parlare fra di loro, moglie e marito che non trovano tempo per la loro coppia, figuriamoci per i propri figli.
Dunque adolescenti che non passano i riti? A me pare proprio che siano i genitori di questi adolescenti che hanno delle regressioni mentali; e non per sentirsi più giovani ma perchè non sanno assumere davvero un ruolo.
Uomini e donne di mezza età (ebbene si,è mezza età) la cui preoccupazione fondamentale è dove sarà il prossimo aperitivo, quale stivale mettere, quanti "mi piace" riceve una foto con il nuovo costume o sulla nuova moto...cose queste, che dovrebbero essere fatte dai loro figli adolescenti, appunto..
Quindi...il problema è dell'adolescenza e dell'adolescente?
Da un lato si perchè la confusione che si genera "normalmente" in questa fase della vita può creare disagi: difficoltà di accettazione fisiche, difficoltà ad integrarsi nel gruppo dei pari o a trovarne uno, incapacità a gestire le emozioni, ecc.. Sono argomenti classici che ritroviamo tutti nella nostra storia di vita.
Ma i ragazzi di oggi a chi si devono rivolgere per chiedere aiuto? Alla mamma o al papà che vuole fare l'amico? Che si veste come loro? Che non sapendo parlare emotivamente regala un cellulare nuovo perchè altrimenti se si parla di emozioni nessuno saprebbe cosa dire?
Ed ecco infine i gesti e i comportamenti pericolosi fino a quelli drammatici: abuso di sostanze, aggressività auto o eterodirettà, depressione, fughe, suicidi...oppure il rifugio nella malattia mentale, perchè fuori, nel mondo reale, nessuno vuole capire/vedere, generando ancora più sofferenza.
Cari genitori imparate ad aiutare i vostri figli, con l'ascolto, l'attenzione ai loro bisogni, alle loro emozioni, interessandovi alle loro vite, senza diventare invasivi (voi non lo volevate!).
L'essere umano, come da sempre accade, ha bisogno solo di qualcuno che sappia prendersi cura di lui, soddisfacendo i bisogni di amore e attenzione.

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